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Luce per le nazioni

Luce per le nazioni

Capitolo ventotto

Luce per le nazioni

Isaia 66:15-24

1, 2. Perché la luce è indispensabile, e che tipo di tenebre copre oggi la terra?

GEOVA è la Fonte della luce, “il Datore del sole per la luce di giorno, degli statuti della luna e delle stelle per la luce di notte”. (Geremia 31:35) Questo dovrebbe essere sufficiente per considerarlo la Fonte della vita, dato che la luce è vita. Se la terra non fosse costantemente inondata dal calore e dalla luce del sole, la vita come la conosciamo sarebbe impossibile. Il nostro pianeta sarebbe inabitabile.

2 Quindi è estremamente preoccupante che Geova abbia predetto per i nostri giorni un tempo di tenebre, non di luce. Sotto ispirazione, Isaia scrisse: “Ecco, le tenebre stesse copriranno la terra, e fitta oscurità i gruppi nazionali”. (Isaia 60:2) Naturalmente queste parole si riferivano alle tenebre spirituali, non letterali, ma la loro gravità non dovrebbe essere sottovalutata. La vita alla fine diventa impossibile per chi è privo della luce spirituale, proprio come lo è per chi è privato della luce del sole.

3. In questi tempi tenebrosi, dove possiamo trovare la luce?

3 In questi tempi tenebrosi non possiamo permetterci di ignorare la luce spirituale che Geova mette a nostra disposizione. È essenziale che ci rivolgiamo alla Parola di Dio, la Bibbia, perché ci illumini il cammino, leggendola ogni giorno se possibile. (Salmo 119:105) Le adunanze cristiane ci danno l’opportunità di incoraggiarci a vicenda a rimanere nel “sentiero dei giusti”. (Proverbi 4:18; Ebrei 10:23-25) La forza che traiamo dal diligente studio della Bibbia e dalle sane compagnie cristiane ci aiuta a non essere sopraffatti dalle tenebre di questi “ultimi giorni”, che culmineranno nel grande “giorno dell’ira di Geova”. (2 Timoteo 3:1; Sofonia 2:3) Quel giorno si avvicina in gran fretta! Verrà sicuramente, proprio come un giorno simile arrivò per gli abitanti dell’antica Gerusalemme.

Geova ‘assume la controversia’

4, 5. (a) In che modo Geova viene contro Gerusalemme? (b) Perché possiamo concludere che relativamente pochi sopravvivranno alla distruzione di Gerusalemme nel 607 a.E.V.? (Vedi la  nota in calce).

4 Negli ultimi versetti dell’entusiasmante profezia di Isaia, Geova descrive vividamente gli eventi che precedono il giorno della sua ira. Leggiamo: “Geova stesso viene proprio come un fuoco, e i suoi carri sono simili a un uragano, per rendere la sua ira con assoluto furore e il suo rimprovero con fiamme di fuoco. Poiché come un fuoco Geova stesso assumerà infatti la controversia, sì, con la sua spada, contro ogni carne; e gli uccisi da Geova certamente diverranno molti”. — Isaia 66:15, 16.

5 Queste parole dovrebbero far capire ai contemporanei di Isaia la gravità della situazione. Si avvicina il momento in cui i babilonesi, in veste di giustizieri di Geova, verranno contro Gerusalemme con i loro carri che solleveranno nuvole di polvere come un uragano. Che vista terribile sarà quella! Geova si servirà degli invasori per eseguire i suoi giudizi infuocati contro “ogni carne”, gli ebrei infedeli. Sarà come se Geova stesso combattesse contro il suo popolo. Il suo “assoluto furore” non sarà stornato. Molti ebrei cadranno “uccisi da Geova”. Questa profezia si adempirà nel 607 a.E.V. *

6. Quali azioni riprovevoli vengono compiute in Giuda?

6 Geova è giustificato nell’‘assumere la controversia’ contro il suo popolo? Certamente! Prendendo in esame il libro di Isaia abbiamo notato molte volte che gli ebrei, benché formalmente dedicati a Geova, sprofondavano nella falsa adorazione, e Geova non era cieco alle loro azioni. Lo notiamo di nuovo nelle seguenti parole della profezia: “‘Quelli che si santificano e si purificano per i giardini dietro a uno al centro, mangiando la carne di porco e la cosa abominevole, perfino il roditore che salta, perverranno tutti insieme alla loro fine’, è l’espressione di Geova”. (Isaia 66:17) Questi ebrei “si santificano e si purificano” forse al fine di prepararsi per la pura adorazione? Chiaramente no. Anzi, compiono riti di purificazione pagani in giardini speciali. Poi mangiano con voracità la carne di porco e di altri animali considerati impuri sotto la Legge mosaica. — Levitico 11:7, 21-23.

7. In che senso la cristianità assomiglia all’idolatra Giuda?

7 Che situazione disgustosa per una nazione che è in una relazione di patto con l’unico vero Dio! Ma riflettete: Una situazione altrettanto disgustosa esiste oggi fra le religioni della cristianità. Queste asseriscono similmente di servire Dio, e molti dei loro leader ostentano pietà. Eppure si contaminano con dottrine e tradizioni pagane, dimostrando di essere nelle tenebre spirituali. Come sono grandi tali tenebre! — Matteo 6:23; Giovanni 3:19, 20.

‘Dovranno vedere la mia gloria’

8. (a) Che cosa accadrà sia a Giuda che alla cristianità? (b) In che senso le nazioni ‘vedranno la gloria di Geova’?

8 Geova osserva le azioni riprovevoli e le false dottrine della cristianità? Leggete le sue successive parole riportate da Isaia: “Riguardo alle loro opere e ai loro pensieri, io vengo per radunare tutte le nazioni e le lingue; e dovranno venire e vedere la mia gloria”. (Isaia 66:18) A quale conclusione pervenite? Geova conosce non solo le opere ma anche i pensieri di coloro che si professano suoi servitori ed è pronto a giudicarli. Giuda professa di credere in Geova, ma le sue opere idolatriche e le sue pratiche pagane smentiscono questa affermazione. Invano i suoi abitanti “si purificano” secondo riti pagani. La nazione sarà devastata, e quando ciò accadrà, sarà ben visibile ai suoi vicini idolatri. Questi ‘vedranno la gloria di Geova’ in quanto assisteranno agli avvenimenti e saranno costretti ad ammettere che la parola di Geova si è avverata. In che modo tutto questo si applica alla cristianità? Quando arriverà la sua fine, molti suoi ex amici e soci in affari saranno costretti a stare a guardare impotenti mentre la parola di Geova si adempirà. — Geremia 25:31-33; Rivelazione 17:15-18; 18:9-19.

9. Quale buona notizia annuncia Geova?

9 La distruzione di Gerusalemme nel 607 a.E.V. significa forse che Geova non avrà più testimoni sulla terra? No. Notevoli uomini di integrità, come Daniele e i suoi tre compagni, continueranno a servire Geova anche in esilio a Babilonia. (Daniele 1:6, 7) Sì, la serie di fedeli testimoni di Geova rimarrà ininterrotta e alla fine dei 70 anni uomini e donne fedeli lasceranno Babilonia e torneranno in Giuda per ripristinarvi la pura adorazione. Geova allude quindi a questo quando dice: “Certamente metterò fra loro un segno, e certamente manderò alcuni di quelli che sono scampati alle nazioni, a Tarsis, Pul e Lud, quelli che tendono l’arco, Tubal e Iavan, le isole lontane, che non hanno udito la notizia intorno a me né visto la mia gloria; e certamente dichiareranno la mia gloria fra le nazioni”. — Isaia 66:19.

10. (a) In che senso gli ebrei fedeli liberati da Babilonia saranno un segno? (b) Da chi è costituito oggi questo segno?

10 La schiera di uomini e donne fedeli che tornerà a Gerusalemme nel 537 a.E.V. sarà un segno straordinario, la prova che Geova ha liberato il suo popolo. Chi avrebbe immaginato che gli ebrei prigionieri un giorno sarebbero stati liberi di praticare la pura adorazione presso il tempio di Geova? In modo simile nel I secolo coloro che servirono “come segni e come miracoli” furono i cristiani unti, a cui si unirono i mansueti che volevano servire Geova. (Isaia 8:18; Ebrei 2:13) Oggi i cristiani unti, che prosperano nel loro paese restaurato, sono un segno straordinario sulla terra. (Isaia 66:8) Sono la prova vivente della potenza dello spirito di Geova, che attira i mansueti spinti dal cuore a servirLo.

11. (a) Dopo la restaurazione, in che modo quelli delle nazioni potranno conoscere Geova? (b) Come si adempì inizialmente Zaccaria 8:23?

11 In che modo, però, dopo la restaurazione nel 537 a.E.V. uomini delle nazioni che non hanno udito la notizia intorno a Geova potranno conoscerlo? Ebbene, non tutti gli ebrei fedeli torneranno a Gerusalemme dopo la fine della cattività babilonese. Alcuni, come Daniele, rimarranno a Babilonia. Altri si disperderanno ai quattro angoli della terra. Nel V secolo a.E.V. c’erano ebrei in tutto l’impero persiano. (Ester 1:1; 3:8) Senza dubbio alcuni di loro parlarono di Geova ai vicini pagani, poiché molti in quelle nazioni diventarono proseliti. Questo a quanto pare era il caso dell’eunuco etiope, a cui il discepolo cristiano Filippo predicò nel I secolo. (Atti 8:26-40) Tutto ciò costituì l’adempimento iniziale delle parole del profeta Zaccaria: “Sarà in quei giorni che dieci uomini da tutte le lingue delle nazioni afferreranno, sì, realmente afferreranno per il lembo un uomo che è un giudeo, dicendo: ‘Certamente verremo con voi, poiché abbiamo udito che Dio è con voi’”. (Zaccaria 8:23) Geova mandò davvero luce alle nazioni! — Salmo 43:3.

Un “dono a Geova”

12, 13. In che modo “fratelli” saranno condotti a Gerusalemme a partire dal 537 a.E.V.?

12 Dopo la ricostruzione di Gerusalemme, per gli ebrei dispersi in paesi lontani la città con il suo sacerdozio ristabilito costituirà il centro della pura adorazione. Molti compiranno lunghi viaggi per assistere lì alle feste annuali. Sotto ispirazione Isaia scrive: “‘Da tutte le nazioni realmente condurranno tutti i vostri fratelli come dono a Geova, su cavalli e in carri e in carri coperti e su muli e su veloci cammelle, al mio santo monte, Gerusalemme’, ha detto Geova, ‘proprio come quando i figli d’Israele portano il dono in un vaso puro nella casa di Geova. E anche da essi prenderò alcuni per i sacerdoti, per i leviti’”. — Isaia 66:20, 21.

13 Alcuni di questi ‘fratelli da tutte le nazioni’ erano presenti il giorno di Pentecoste quando fu versato lo spirito santo sui discepoli di Gesù. Leggiamo: “Dimoravano a Gerusalemme giudei, uomini riverenti, di ogni nazione di quelle sotto il cielo”. (Atti 2:5) Erano venuti a Gerusalemme per adorare secondo l’usanza ebraica, ma quando udirono la buona notizia intorno a Gesù Cristo molti esercitarono fede in lui e si battezzarono.

14, 15. (a) In che modo dopo la prima guerra mondiale i cristiani unti radunarono altri loro “fratelli” spirituali, e in che modo questi furono presentati a Geova come “dono in un vaso puro”? (b) In che senso Geova ‘prese alcuni per i sacerdoti’? (c) Chi furono alcuni cristiani unti impegnati nel radunamento dei loro fratelli spirituali? (Vedi il  riquadro in questa pagina).

14 Questa profezia ha un adempimento moderno? Sì, certamente. Dopo la prima guerra mondiale gli unti servitori di Geova capirono dalle Scritture che il Regno di Dio era stato istituito in cielo nel 1914. Dall’accurato studio della Bibbia appresero che si dovevano radunare altri eredi del Regno, o “fratelli”. Ministri intrepidi si recarono “fino alla più distante parte della terra”, usando ogni mezzo di trasporto, alla ricerca di eventuali componenti dell’unto rimanente, la maggior parte dei quali proveniva dalle chiese della cristianità. Una volta trovati, questi furono portati come dono a Geova. — Atti 1:8.

15 Gli unti che furono radunati nei primi anni non si aspettavano che Geova li accettasse come erano prima di conoscere la verità biblica. Compirono dei passi per purificarsi da ogni contaminazione spirituale e morale al fine di potersi presentare come “dono in un vaso puro” o, come disse l’apostolo Paolo, come “casta vergine al Cristo”. (2 Corinti 11:2) Oltre a rigettare gli errori dottrinali, gli unti dovettero imparare a rimanere assolutamente neutrali negli affari politici di questo mondo. Nel 1931, quando si erano sufficientemente purificati, Geova concesse benignamente ai suoi servitori il privilegio di portare il suo nome come testimoni di Geova. (Isaia 43:10-12) In che senso, però, Geova ‘prese alcuni per i sacerdoti’? Come gruppo, questi unti divennero parte di “un regal sacerdozio, una nazione santa”, offrendo a Dio sacrifici di lode. — 1 Pietro 2:9; Isaia 54:1; Ebrei 13:15.

Il radunamento continua

16, 17. Chi è “la vostra progenie” dopo la prima guerra mondiale?

16 Coloro che fanno parte del “regal sacerdozio” sono in tutto 144.000 e col tempo il loro radunamento fu completato. (Rivelazione 7:1-8; 14:1) L’opera di radunamento era finita? No. La profezia di Isaia prosegue: “‘Proprio come i nuovi cieli e la nuova terra che io sto per fare stanno dinanzi a me’, è l’espressione di Geova, ‘così continueranno a stare la vostra progenie e il vostro nome’”. (Isaia 66:22) Nell’adempimento iniziale di queste parole gli ebrei che ritorneranno dalla cattività babilonese avranno figli. Così il ristabilito rimanente ebraico, “la nuova terra”, sotto la nuova amministrazione ebraica, “i nuovi cieli”, sarà stabilito fermamente. Tuttavia la profezia ha un adempimento ancora più notevole nei nostri giorni.

17 La “progenie” della nazione dei fratelli spirituali è la “grande folla”, che ha la speranza della vita eterna sulla terra. Coloro che ne fanno parte vengono da “ogni nazione e tribù e popolo e lingua”, stanno “in piedi dinanzi al trono e dinanzi all’Agnello” e “hanno lavato le loro lunghe vesti e le hanno rese bianche nel sangue dell’Agnello”. (Rivelazione 7:9-14; 22:17) Oggi si volgono dalle tenebre spirituali alla luce che proviene da Geova. Esercitano fede in Gesù Cristo e, come i loro fratelli e sorelle unti, si sforzano di rimanere puri spiritualmente e moralmente. Come gruppo continuano a servire sotto la direttiva di Cristo e lo faranno per sempre! — Salmo 37:11, 29.

18. (a) In che modo coloro che fanno parte della grande folla agiscono come i loro fratelli unti? (b) In che senso gli unti e i loro compagni adorano Geova “di luna nuova in luna nuova e di sabato in sabato”?

18 Gli operosi uomini e donne che hanno la speranza terrena sanno che per quanto sia importante rimanere puri moralmente e spiritualmente, per avere il favore di Geova ci vuole dell’altro. L’opera di radunamento è in pieno svolgimento ed essi desiderano prendervi parte. Il libro di Rivelazione profetizza riguardo a loro: “Sono dinanzi al trono di Dio; e gli rendono sacro servizio giorno e notte nel suo tempio”. (Rivelazione 7:15) Queste parole ci ricordano il penultimo versetto della profezia di Isaia: “‘Certamente avverrà che di luna nuova in luna nuova e di sabato in sabato ogni carne verrà a inchinarsi dinanzi a me’, ha detto Geova”. (Isaia 66:23) Questo si verifica oggi. “Di luna nuova in luna nuova e di sabato in sabato” — cioè regolarmente, ogni settimana e ogni mese — i cristiani unti e i loro compagni, la grande folla, si radunano per adorare Geova. Fanno questo, tra l’altro, assistendo alle adunanze cristiane e compiendo il ministero pubblico. Siete anche voi fra coloro che regolarmente ‘vengono a inchinarsi dinanzi a Geova’? Il popolo di Geova prova grande gioia nel farlo, e quelli della grande folla attendono il tempo in cui “ogni carne”, tutti gli esseri umani viventi, servirà Geova “di luna nuova in luna nuova e di sabato in sabato” per tutta l’eternità.

La fine completa dei nemici di Dio

19, 20. A cosa serviva la Geenna nei tempi biblici, e di cosa è simbolo?

19 Il nostro studio delle profezie di Isaia non è completo, rimane ancora un versetto. Il libro termina con queste parole: “Realmente usciranno e guarderanno i cadaveri degli uomini che trasgredivano contro di me; poiché i medesimi vermi su di loro non moriranno e il loro stesso fuoco non si estinguerà, e devono divenire qualcosa di ripugnante a ogni carne”. (Isaia 66:24) Forse Gesù Cristo aveva in mente questa profezia quando, incoraggiando i discepoli a semplificare la loro vita e a mettere al primo posto gli interessi del Regno, disse: “Se il tuo occhio ti fa inciampare, gettalo via; è meglio per te entrare con un occhio solo nel regno di Dio che essere lanciato con due occhi nella Geenna, dove il loro baco non muore e il fuoco non si spegne”. — Marco 9:47, 48; Matteo 5:29, 30; 6:33.

20 Cos’è la Geenna? Secoli fa l’esegeta ebreo David Qimchì scrisse: “È un luogo nei dintorni di Gerusalemme, ed è un luogo detestabile, e vi gettano cose impure e cadaveri. C’era anche un fuoco che ardeva di continuo per bruciare le cose impure e le ossa dei morti. Pertanto, il giudizio dei malvagi è chiamato metaforicamente Gehinnom”. Se, come sostiene questo studioso ebreo, la Geenna serviva per eliminare l’immondizia e i cadaveri di coloro che erano ritenuti indegni di sepoltura, il fuoco era il mezzo idoneo per eliminarli. Quello che non veniva distrutto dal fuoco sarebbe stato eliminato dai vermi o bachi. Che illustrazione appropriata della fine completa di tutti i nemici di Dio! *

21. Per chi il libro di Isaia termina in tono positivo, e perché?

21 Con questo accenno a cadaveri, fuoco e vermi, non è forse vero che la conclusione delle entusiasmanti profezie di Isaia è raccapricciante? I nemici giurati di Dio sarebbero senz’altro di questo parere. Per gli amici di Dio, invece, la descrizione che Isaia fa della distruzione eterna dei malvagi è molto incoraggiante. I servitori di Geova devono avere la certezza che i loro nemici non avranno mai più la meglio. I nemici che hanno causato loro tanta afflizione e hanno tanto vituperato il nome di Dio saranno distrutti per sempre. Quindi “l’angustia non sorgerà una seconda volta”. — Naum 1:9.

22, 23. (a) Spiegate in quali modi vi è stato utile lo studio del libro di Isaia. (b) Dopo aver studiato il libro di Isaia, qual è la vostra decisione, e qual è la vostra speranza?

22 Al termine del nostro studio siamo certi che il libro biblico di Isaia non è storia morta. Al contrario, contiene un messaggio per noi oggi. Se riflettiamo sui tempi tenebrosi in cui visse Isaia, ci accorgiamo delle analogie che ci sono fra quel periodo e i nostri giorni. Instabilità politica, ipocrisia religiosa, corruzione nel sistema giudiziario e oppressione dei fedeli e dei poveri caratterizzarono l’epoca di Isaia e caratterizzano la nostra. Nel VI secolo a.E.V. gli ebrei fedeli dovevano essere grati di avere le profezie di Isaia, e oggi noi studiandole ne siamo rafforzati.

23 In questi tempi difficili in cui le tenebre coprono la terra e fitta oscurità i gruppi nazionali, siamo tutti profondamente grati che Geova, tramite Isaia, abbia provveduto luce per tutta l’umanità! Questa luce spirituale in effetti significa vita eterna per tutti coloro che la accolgono di cuore, indipendentemente dalla loro nazionalità o estrazione etnica. (Atti 10:34, 35) Continuiamo dunque a camminare alla luce della Parola di Dio, leggendola ogni giorno, meditandoci su e apprezzandone il messaggio. Questo sarà a nostra benedizione eterna e alla lode del santo nome di Geova!

[Note in calce]

^ par. 5  A proposito della situazione esistente dopo che Gerusalemme era caduta nelle mani dei babilonesi, Geremia 52:15 parla di “alcuni dei miseri del popolo e [del] resto del popolo lasciato rimanere nella città”. Commentando questo versetto, Perspicacia nello studio delle Scritture, volume 1, pagina 445, dice: “L’espressione ‘lasciato rimanere nella città’ sembra indicare che moltissimi erano morti di fame, di malattia o nell’incendio, oppure erano stati uccisi in guerra”.

^ par. 20 Poiché nella Geenna vengono distrutti cadaveri, non persone vive, questo luogo non è simbolo di tormento eterno.

[Domande per lo studio]

[Riquadro a pagina 409]

 Unti di tutte le nazioni, un dono per Geova

Nel 1920 Juan Muñiz partì dagli Stati Uniti diretto in Spagna e poi proseguì per l’Argentina, dove organizzò congregazioni di unti. Dal 1923 in poi la luce della verità illuminò le persone sincere nell’Africa occidentale poiché il missionario William R. Brown (spesso chiamato Brown della Bibbia) cominciò a predicare il messaggio del Regno in paesi quali Sierra Leone, Ghana, Liberia, Gambia e Nigeria. Lo stesso anno il canadese George Young arrivò in Brasile e poi si recò in Argentina, Costa Rica, Panamá, Venezuela e persino nell’Unione Sovietica. Più o meno nello stesso periodo Edwin Skinner si imbarcò dall’Inghilterra alla volta dell’India, dove si impegnò per molti anni nel lavoro di mietitura.

[Immagine a pagina 411]

Alla Pentecoste alcuni ebrei erano ‘fratelli tratti da tutte le nazioni’

[Immagine a tutta pagina a pagina 413]