Genesi 48:1-22

  • Giacobbe benedice i due figli di Giuseppe (1-12)

  • Efraim riceve una benedizione più grande (13-22)

48  Qualche tempo dopo, Giuseppe fu informato che suo padre si era indebolito molto. Allora prese con sé i suoi due figli, Manasse ed Èfraim,+ e andò da lui.  A Giacobbe fu detto: “Tuo figlio Giuseppe è venuto a trovarti”. Allora Israele, raccogliendo tutte le sue forze, si mise a sedere sul letto.  E Giacobbe disse a Giuseppe: “L’Iddio Onnipotente mi apparve a Luz, nel paese di Cànaan, e mi benedisse.+  ‘Ti renderò fecondo’, mi disse, ‘ti moltiplicherò, ti farò diventare una moltitudine di popoli+ e darò questo paese alla tua discendenza* dopo di te su base permanente’.+  Ora i due figli che ti sono nati nel paese d’Egitto prima che io ti raggiungessi sono miei.+ Èfraim e Manasse diventeranno miei proprio come Ruben e Simeone.+  Ma i figli che avrai dopo di loro saranno tuoi. Riguardo alla loro eredità, verranno chiamati con il nome dei loro fratelli.+  Quanto a me, mentre tornavo da Pàddan, Rachele morì+ accanto a me nel paese di Cànaan. C’era ancora un buon tratto di strada prima di arrivare a Èfrat,+ così la seppellii là, sulla strada per Èfrat, cioè Betlemme”.+  Quando Israele vide i figli di Giuseppe, gli chiese: “Chi sono questi?”  Giuseppe gli rispose: “Sono i figli che Dio mi ha dato qui”.+ Allora suo padre disse: “Falli avvicinare, ti prego, così potrò benedirli”.+ 10  Israele non ci vedeva più bene, perché la vista gli si era indebolita a causa della vecchiaia. Quindi Giuseppe fece avvicinare i suoi figli, e lui li baciò e li abbracciò. 11  Poi Israele disse a Giuseppe: “Non avrei mai immaginato di rivedere la tua faccia,+ e invece Dio mi ha fatto vedere anche i tuoi figli!”* 12  Dopodiché Giuseppe li allontanò dalle ginocchia di suo padre e si inchinò con il viso a terra. 13  Giuseppe poi prese i suoi figli: Èfraim+ con la destra, così che fosse alla sinistra di Israele, e Manasse+ con la sinistra, così che fosse alla destra di Israele. E glieli portò vicino. 14  Israele però mise la mano destra sulla testa di Èfraim, nonostante fosse il minore, e la mano sinistra sulla testa di Manasse. Mise di proposito le mani in questo modo, anche se Manasse era il primogenito.+ 15  A quel punto benedisse Giuseppe dicendo:+ “Il vero Dio, davanti al quale i miei padri Abraamo e Isacco hanno camminato,+il vero Dio, che mi ha guidato come un pastore durante tutta la mia vita fino a oggi,+ 16  l’angelo che mi ha liberato* da ogni difficoltà,+ benedica i ragazzi.+ Tramite loro si perpetui il mio nome,* e il nome dei miei padri, Abraamo e Isacco,e divengano un popolo numeroso sulla terra”.+ 17  Quando vide che suo padre teneva la mano destra sulla testa di Èfraim, Giuseppe se ne dispiacque, così cercò di spostarla dalla testa di Èfraim per metterla sulla testa di Manasse. 18  E gli disse: “Non così, padre mio, perché il primogenito è questo.+ Metti la mano destra sulla sua testa”. 19  Ma suo padre si rifiutò e disse: “Lo so, figlio mio, lo so. Anche lui diventerà un popolo, e anche lui diventerà grande. Eppure il suo fratello minore diventerà più grande di lui,+ e i suoi discendenti diventeranno tanto numerosi da poter formare nazioni”.*+ 20  E quel giorno li benedisse+ con queste parole: “Che in Israele si menzioni il vostro nome quando si benedirà qualcuno dicendo: ‘Possa Dio renderti come Èfraim e come Manasse!’” Così mise di nuovo Èfraim prima di Manasse. 21  Poi Israele disse a Giuseppe: “Sto per morire,+ ma di certo Dio sarà con voi e vi farà tornare nel paese dei vostri antenati.+ 22  Quanto a me, io ti do, rispetto ai tuoi fratelli, una porzione* in più del paese che sottrassi agli amorrei con la mia spada e il mio arco”.

Note in calce

Lett. “seme”.
Lett. “seme”.
Lett. “il mio nome sia invocato su di loro”.
Lett. “riscattato”.
Lett. “il suo seme diventerà la pienezza di nazioni”.
O “un fianco di montagna”. Lett. “una spalla”.