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IN COPERTINA

La guerra che ha cambiato il mondo

La guerra che ha cambiato il mondo

Cent’anni fa milioni di giovani rinunciarono alla tranquillità della propria casa per andare in guerra. Sull’onda del patriottismo, partirono pieni di entusiasmo. “Sono felice e traboccante di eccitazione per i meravigliosi giorni che ci attendono”, scrisse nel 1914 un volontario americano citato in un’opera dello storico Edmond Taylor. *

Presto però il loro entusiasmo cedette il posto all’amarezza. Nessuno poteva immaginare che quei grandi eserciti sarebbero rimasti impantanati per anni in Belgio e in Francia. All’epoca questo conflitto fu definito “Grande Guerra”, oggi è conosciuto come prima guerra mondiale.

Senza dubbio la prima guerra mondiale fu grande in termini di vittime. Secondo alcune stime, fece circa 10 milioni di morti e 20 milioni di mutilati e invalidi. Fu grande anche per i gravi errori commessi. Gli statisti europei non furono in grado di impedire che le tensioni internazionali sfociassero in un conflitto mondiale. Ma, forse, fu grande soprattutto per le indelebili cicatrici che lasciò. Risentiamo ancora dei cambiamenti che produsse nel mondo.

TRADITA LA FIDUCIA

La prima guerra mondiale scoppiò per degli errori di calcolo. I leader europei agirono come una “generazione di sonnambuli che camminavano incoscientemente sull’orlo della catastrofe in quell’incantevole estate del 1914”, spiega l’opera citata all’inizio. *

A distanza di poche settimane dall’assassinio dell’arciduca d’Austria le principali potenze europee si trovarono coinvolte in una guerra che non volevano. “Com’è successo tutto questo?”, fu chiesto al cancelliere tedesco pochi giorni dopo l’inizio delle ostilità. “Ah, se almeno si potesse saperlo!”, rispose tristemente. *

I leader che presero le decisioni fatali che portarono alla guerra non avevano idea delle conseguenze. Ma per i soldati nelle trincee la realtà fu chiara sin da subito: gli statisti li avevano delusi, i ministri religiosi li avevano ingannati e i generali li avevano traditi. Perché?

Gli statisti li avevano delusi, i ministri religiosi li avevano ingannati e i generali li avevano traditi

Gli statisti avevano promesso che la guerra avrebbe aperto le porte a un mondo nuovo e migliore. Il cancelliere tedesco dell’epoca aveva detto: “Combattiamo per i frutti del nostro lavoro in tempo di pace, per l’eredità che ci è stata trasmessa da un grande passato e per il nostro futuro”. Il presidente americano Woodrow Wilson aveva contribuito a coniare un rassicurante slogan secondo cui la guerra avrebbe creato un “mondo sicuro per la democrazia”. E in Gran Bretagna si pensava che sarebbe stata la ‘guerra che avrebbe posto fine alle guerre’. Ma si sbagliavano tutti.

I ministri religiosi avevano appoggiato entusiasticamente la guerra. “I custodi della parola di Dio guidarono il coro marziale. Guerra totale divenne sinonimo di odio totale”, afferma un’opera (The Columbia History of the World). E anziché spegnere le fiamme dell’odio, i ministri religiosi le alimentarono. “Gli ecclesiastici non seppero, e in massima parte non vollero, mettere la fede cristiana al di sopra della nazionalità”, osserva un libro. “La maggioranza scelse la via più facile e mise il cristianesimo sullo stesso piano del patriottismo. Soldati cristiani di tutte le confessioni furono esortati a uccidersi in nome del loro Salvatore” (A History of Christianity).

I generali avevano promesso una vittoria facile e rapida, ma così non fu. Iniziò presto un’estenuante fase di stallo. Poi milioni di soldati dovettero affrontare quello che è stato, secondo Edmond Taylor, “forse il più crudele cimento di vaste proporzioni che la carne e lo spirito dell’uomo abbiano sopportato”. * Malgrado le terrificanti perdite, i generali continuavano a mandare i loro uomini allo sbaraglio, contro barriere di filo spinato e contro il fuoco delle mitragliatrici. Non sorprende che ci fossero numerosi casi di ammutinamento.

Quali cambiamenti produsse la prima guerra mondiale sulla società? Riportando le parole di un reduce, un’opera citata sopra dice: “La guerra [...] lasciò un segno indelebile nella mente e nella personalità di un’intera generazione” (The Columbia History of the World). Sulla scia di quella guerra scomparvero degli imperi. Quel tragico conflitto segnò l’inizio del secolo più sanguinoso che l’umanità abbia mai visto. Rivoluzioni e proteste diventarono la norma.

Perché la guerra sconvolse il mondo? Fu davvero solo un colossale incidente? Le risposte rivelano qualcosa riguardo al nostro futuro?

^ par. 3 La caduta delle dinastie, trad. di S. Varini, ed. Dall’Oglio, Milano, 1968, p. 362.

^ par. 7 Ibid., p. 36.

^ par. 8 Ibid., p. 350.

^ par. 12 Op. cit., p. 353.