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Perché evitare il perfezionismo?

Perché evitare il perfezionismo?

Perché evitare il perfezionismo?

Vi sforzate sempre di dare il meglio di voi stessi? Così facendo potete indubbiamente recare beneficio in vari modi a voi e a chi vi sta intorno. Alcuni però vanno agli eccessi e diventano perfezionisti. Cosa comporta questo?

UNA definizione di “perfezionismo” è: “Aspirazione a raggiungere, nell’ambito della propria attività o del proprio lavoro, un impossibile ideale di perfezione”. (Zingarelli, 2000) Probabilmente conoscete qualcuno che ha questa tendenza. Avrete notato che le sue pretese esagerate nei confronti degli altri possono dar luogo a molti problemi, creando un clima di scontento e scoraggiamento. La maggioranza delle persone equilibrate riconosce che il perfezionismo — il nutrire aspettative esagerate e irragionevoli in ogni campo della vita — non è in effetti una qualità desiderabile. È una tendenza che bisogna cercare di vincere. Il problema è che quando si tratta del nostro atteggiamento, della nostra disposizione, può essere difficile ammettere che tendiamo al perfezionismo, per cui vincere questa inclinazione diventa una sfida.

Nelson ha notevoli responsabil/ità e deve risolvere molti problemi. Analizza continuamente statistiche e attribuisce molta importanza alla produttività. Spesso il perfezionismo è considerato necessario per avere successo in un mercato competitivo come quello del lavoro. Benché alcuni apprezzino l’efficienza di Nelson, il perfezionismo gli causa disturbi fisici come mal di testa e stress. Vi riconoscete in lui?

Anche alcuni giovani sono affetti da perfezionismo. Rita, una donna di Rio de Janeiro, da bambina amava andare a scuola. Pur non volendo sembrare ambiziosa, se non otteneva il massimo dei voti stava male. Dice: “Fin da piccola mi paragonavo con altri che avevano molto tempo, mentre io ero sempre stressata e dovevo correre per fare le cose. Non avevo mai il tempo di riposarmi, perché c’erano sempre cose da fare”.

Da bambina Maria si sentiva frustrata quando non riusciva a disegnare bene come gli altri, e piangeva. Inoltre, ricercando la perfezione nel campo della musica, spesso era stressata e ansiosa invece di godersi l’opportunità di suonare o cantare. Un’altra ragazza brasiliana, Tânia, ammette che nonostante cercasse di essere discreta e di evitare la competizione, si poneva degli obiettivi irraggiungibili, sia a scuola che a casa. Pensava che se il suo lavoro non fosse stato perfetto, gli altri non l’avrebbero apprezzata abbastanza. A volte Tânia si aspettava troppo dagli altri e questo la faceva sentire delusa e triste.

Sebbene competenza, scrupolosità e soddisfazione personale siano importanti, porsi mete irraggiungibili genera sentimenti negativi, come il timore di non farcela. Genitori o altri possono pretendere dai giovani un grado di perfezione irraggiungibile nei compiti o nelle attività sportive. Per esempio, la madre di Ricardo aveva grandi progetti per lui: voleva che diventasse medico, che suonasse il pianoforte e che imparasse diverse lingue. È chiaro che un atteggiamento del genere può essere fonte di problemi o delusioni.

Perché vincere la tendenza al perfezionismo?

Il lavoro di qualità, che soddisfa criteri di precisione ed eccellenza, è molto richiesto. Questo crea competizione nel mercato del lavoro. Un altro fattore che spinge molti a impegnarsi sempre di più è il timore di perdere i propri mezzi di sostentamento. Alcuni lavoratori diventano come l’atleta che fa sacrifici immani per stabilire un nuovo record. Poi, di fronte a una competizione spietata, può sentirsi costretto ad allenarsi ancora di più, magari ricorrendo a sostanze chimiche per migliorare le sue prestazioni, nella speranza di vincere. Invece di indurre a un’equilibrata ricerca del meglio, il perfezionismo porta gli individui a essere “motivati dal timore di fallire” o “a voler diventare ad ogni costo il numero uno”. — The Feeling Good Handbook.

Alcuni sono del parere che ciò che fanno nel campo dell’arte o dello sport possa sempre essere migliorato. Nondimeno secondo il dott. Robert S. Eliot, “il perfezionismo è un’aspettativa che non si realizza mai”. E aggiunge: “È fatto di sensi di colpa, difensiva e timore di essere ridicolizzati”. Come sono vere le parole del saggio re Salomone: “Io stesso ho visto tutto il duro lavoro e tutta l’abilità nell’opera, che significa rivalità dell’uno verso l’altro; anche questo è vanità e un correr dietro al vento”! — Ecclesiaste 4:4.

Cosa potete fare se avete la tendenza a essere perfezionisti? Vi accorgete che più vi sforzate, più vi sentite delusi? Vorreste essere meno esigenti e più rilassati? Cosa significa la perfezione? Vi piacerebbe sfruttare al massimo il vostro potenziale senza cadere nella trappola del perfezionismo? Se uomini imperfetti possono usare le capacità date loro da Dio per fare delle scoperte che risultano di beneficio per altri, pensate cosa potrebbe fare l’umanità in condizioni perfette e con la guida divina!

[Immagine a pagina 4]

Genitori e altri possono pretendere dai giovani un grado di perfezione irraggiungibile