Vangelo secondo Marco 13:1-37

13  Mentre usciva dal tempio, uno dei suoi discepoli gli disse: “Maestro, guarda che pietre e che edifici!”+  Comunque Gesù gli disse: “Vedi questi grandi edifici? Qui non ci sarà affatto pietra che rimarrà sull’altra e che non verrà gettata giù”.+  Mentre sedeva sul Monte degli Ulivi di fronte al tempio, Pietro, Giacomo, Giovanni e Andrea gli chiesero in privato:  “Dicci: quando avverranno queste cose, e quale sarà il segno del tempo in cui tutte queste cose dovranno giungere alla conclusione?”+  Allora Gesù cominciò a dire loro: “State attenti che nessuno vi inganni.+  Molti verranno nel mio nome, dicendo: ‘Sono io’, e inganneranno molti.  Inoltre, quando sentirete di guerre e di notizie di guerre, non allarmatevi; queste cose devono accadere, ma non è ancora la fine.+  “Infatti nazione combatterà contro nazione e regno contro regno;+ ci saranno terremoti in un luogo dopo l’altro e ci saranno anche carestie.+ Queste cose sono solo l’inizio di grandi sofferenze.+  “Quanto a voi, state attenti a voi stessi. Vi consegneranno ai tribunali,+ e sarete percossi nelle sinagoghe+ e portati davanti a governatori e re per causa mia, così che sia resa loro testimonianza.+ 10  E in tutte le nazioni si deve prima predicare la buona notizia.+ 11  E quando vi porteranno via per consegnarvi, non preoccupatevi in anticipo di quello che direte; ma dite qualunque cosa vi sarà resa nota in quel momento; infatti non sarete voi a parlare, ma lo spirito santo.+ 12  Inoltre il fratello consegnerà il fratello perché sia messo a morte, e il padre il proprio figlio, e i figli si ribelleranno contro i genitori e li faranno mettere a morte.+ 13  E voi sarete odiati da tutti a causa del mio nome,+ ma chi avrà perseverato+ sino alla fine+ sarà salvato.+ 14  “Comunque, quando vedrete la cosa ripugnante che causa devastazione+ posta dove non deve (il lettore usi discernimento), allora quelli che sono nella Giudea fuggano verso i monti.+ 15  Chi è sulla terrazza non scenda né entri a prendere qualcosa in casa sua,+ 16  e chi è nel campo non torni indietro a prendere il suo mantello. 17  Guai alle donne incinte e a quelle che allatteranno in quei giorni!+ 18  Continuate a pregare che non avvenga d’inverno, 19  perché quelli saranno giorni di una tale tribolazione,+ quale non c’è stata dal principio della creazione, fatta da Dio, fino ad ora, né ci sarà mai più.+ 20  In effetti, se Geova non abbreviasse i giorni, nessuno* sarebbe salvato; ma a motivo degli eletti che egli ha scelto, ha abbreviato i giorni.+ 21  “Allora, se qualcuno vi dirà: ‘Ecco, il Cristo è qui’, oppure: ‘Eccolo, è là’, non credeteci.+ 22  Compariranno infatti falsi Cristi e falsi profeti+ che faranno segni e prodigi così da sviare, se possibile, gli eletti. 23  Voi, quindi, state in guardia.+ Vi ho detto ogni cosa in anticipo. 24  “Ma in quei giorni, dopo tale tribolazione, il sole sarà oscurato, la luna non splenderà più,+ 25  le stelle cadranno dal cielo e le potenze che sono nei cieli saranno scrollate. 26  E allora vedranno il Figlio dell’uomo+ venire nelle nubi con grande potenza e gloria.+ 27  Lui manderà quindi gli angeli e radunerà i suoi eletti dai quattro venti, dall’estremità della terra fino all’estremità del cielo.+ 28  “Ora imparate da questo esempio sul fico. Appena il suo ramoscello si fa tenero e mette le foglie, capite che l’estate è vicina.+ 29  Allo stesso modo, quando vedrete accadere queste cose, sappiate che lui è vicino, alle porte.+ 30  In verità vi dico che questa generazione non passerà affatto finché tutte queste cose non siano avvenute.+ 31  Il cielo e la terra passeranno,+ ma le mie parole non passeranno affatto.+ 32  “Quanto a quel giorno o a quell’ora, nessuno li conosce, né gli angeli del cielo né il Figlio, ma solo il Padre.+ 33  Continuate a stare in guardia,+ rimanete svegli, perché non sapete quando è il tempo stabilito.+ 34  È come un uomo che, dovendo fare un viaggio all’estero, lasciò la sua casa e diede autorità ai suoi schiavi,+ a ciascuno il suo lavoro, e comandò al portinaio di vigilare.+ 35  Vigilate, dunque, perché non sapete quando verrà il padrone di casa,+ se sul tardi o a mezzanotte o al canto del gallo o la mattina di buon’ora,+ 36  così che, venendo all’improvviso, non vi trovi addormentati.+ 37  Ma quello che dico a voi lo dico a tutti: vigilate”.+

Note in calce

O “nessuna carne”.

Approfondimenti

qui non ci sarà affatto pietra che rimarrà sull’altra La profezia di Gesù si adempì in modo sorprendente nel 70, quando i romani distrussero Gerusalemme e il suo tempio. A parte alcuni tratti delle mura, la città fu completamente rasa al suolo.

Qui non ci sarà affatto pietra che rimarrà sull’altra Vedi approfondimento a Mt 24:2.

di fronte al tempio Questa specifica di Marco fa capire che il tempio era visibile dal Monte degli Ulivi, specifica che non sarebbe stata necessaria per la maggior parte dei lettori ebrei. (Vedi “Introduzione a Marco”.)

fine O “fine totale”, “fine completa”. (Vedi approfondimento a Mr 13:7.)

fine O “fine totale”. Mentre in Mt 24:3 è presente il sostantivo greco syntèleia (“conclusione”) e in Mr 13:4 il verbo syntelèo (“giungere alla conclusione”), qui compare il sostantivo tèlos. (Vedi approfondimenti a Mt 24:3; Mr 13:4 e Glossario, “conclusione del sistema di cose”.)

giungere alla conclusione Il verbo originale qui usato è syntelèo, affine al sostantivo syntèleia, che significa “compimento”, “fine congiunta”, “fine combinata” e che ricorre nel passo parallelo di Mt 24:3. (Il termine greco syntèleia ricorre anche in Mt 13:39, 40, 49; 28:20; Eb 9:26.) Questa “conclusione” si riferisce a un periodo di tempo durante il quale si verifica una combinazione di eventi che porta alla “fine” totale (in greco tèlos) menzionata in Mr 13:7, 13. (Vedi approfondimenti a Mr 13:7, 13 e Glossario, “conclusione del sistema di cose”.)

Sono io Cioè il Cristo, o Messia. (Confronta il passo parallelo di Mt 24:5.)

conclusione Il termine originale qui usato è syntèleia, che significa “compimento”, “fine congiunta”, “fine combinata” (Mt 13:39, 40, 49; 28:20; Eb 9:26). Si riferisce a un periodo di tempo durante il quale si verifica una combinazione di eventi che porta alla “fine” totale (in greco tèlos) menzionata in Mt 24:6, 14. (Vedi approfondimenti a Mt 24:6, 14 e Glossario, “conclusione del sistema di cose”.)

giungere alla conclusione Il verbo originale qui usato è syntelèo, affine al sostantivo syntèleia, che significa “compimento”, “fine congiunta”, “fine combinata” e che ricorre nel passo parallelo di Mt 24:3. (Il termine greco syntèleia ricorre anche in Mt 13:39, 40, 49; 28:20; Eb 9:26.) Questa “conclusione” si riferisce a un periodo di tempo durante il quale si verifica una combinazione di eventi che porta alla “fine” totale (in greco tèlos) menzionata in Mr 13:7, 13. (Vedi approfondimenti a Mr 13:7, 13 e Glossario, “conclusione del sistema di cose”.)

fine O “fine totale”. Mentre in Mt 24:3 è presente il sostantivo greco syntèleia (“conclusione”) e in Mr 13:4 il verbo syntelèo (“giungere alla conclusione”), qui compare il sostantivo tèlos. (Vedi approfondimenti a Mt 24:3; Mr 13:4 e Glossario, “conclusione del sistema di cose”.)

in tutte le nazioni Questa espressione indicava la portata che avrebbe avuto l’opera di predicazione, facendo capire ai discepoli che tale predicazione non sarebbe stata rivolta solo ai loro connazionali ebrei. Il termine greco per “nazione” (èthnos) si riferisce in senso generale a un gruppo di persone che hanno perlopiù origine e lingua comuni. Un gruppo nazionale o etnico occupa spesso una determinata regione geografica.

combatterà O “sarà incitata”, “sarà sollevata”. Qui il termine greco trasmette l’idea di “muovere contro”; può anche essere reso “impugnerà le armi” o “entrerà in guerra”.

nazione Il termine greco èthnos ha un’ampia gamma di significati; può riferirsi a un popolo che vive in un territorio delimitato da confini politici o geografici, come una nazione, ma anche a un gruppo etnico. (Vedi approfondimento a Mr 13:10.)

combatterà Vedi approfondimento a Mt 24:7.

grandi sofferenze La parola greca originale letteralmente si riferisce ai dolori intensi che si provano durante il parto. Qui però sta a indicare difficoltà e sofferenze in generale; potrebbe anche suggerire che, nel periodo precedente i “giorni di [...] tribolazione” menzionati in Mr 13:19, le difficoltà e le sofferenze predette aumenteranno via via in frequenza, intensità e durata, proprio come nel caso delle doglie letterali.

Tribunale Supremo L’intero Sinedrio, l’organo giudiziario con sede a Gerusalemme composto dal sommo sacerdote e da 70 scribi e anziani. Gli ebrei consideravano inderogabili le sentenze di questo tribunale. (Vedi Glossario, “Sinedrio”.)

Sinedrio Corte suprema giudaica che si trovava a Gerusalemme. Il termine greco synèdrion (reso “Sinedrio”) deriva da una parola che significa “con”, “insieme”, e una che significa “seggio”. Anche se era un termine generico usato per indicare un’assemblea o una riunione, in Israele poteva designare un organo giudiziario, un tribunale religioso. (Vedi approfondimento a Mt 5:22 e Glossario; per la possibile ubicazione della sala del Sinedrio, vedi App. B12.)

tribunali Nelle Scritture Greche Cristiane il termine originale synèdrion, qui usato al plurale e reso “tribunali”, si riferisce in genere al Sinedrio, la corte suprema giudaica che si trovava a Gerusalemme. (Vedi Glossario, “Sinedrio”, e approfondimenti a Mt 5:22; 26:59.) Tuttavia era anche un termine generico usato per indicare un’assemblea o una riunione; qui designa i tribunali locali che avevano sede presso le sinagoghe e avevano l’autorità di infliggere pene come la flagellazione e la scomunica (Mt 10:17; 23:34; Lu 21:12; Gv 9:22; 12:42; 16:2).

in tutte le nazioni Questa espressione indicava la portata che avrebbe avuto l’opera di predicazione, facendo capire ai discepoli che tale predicazione non sarebbe stata rivolta solo ai loro connazionali ebrei. Il termine greco per “nazione” (èthnos) si riferisce in senso generale a un gruppo di persone che hanno perlopiù origine e lingua comuni. Un gruppo nazionale o etnico occupa spesso una determinata regione geografica.

buona notizia Vedi approfondimento a Mt 24:14.

buona notizia Il termine greco euaggèlion è composto da eu- (“bene”, “buono”), e àggelos (“messaggero”, “colui che porta una notizia”). (Vedi Glossario.) In diverse Bibbie italiane è reso “vangelo”. Il termine affine reso “evangelizzatore” (euaggelistès) significa “uno che proclama buone notizie” (At 21:8; Ef 4:11, nt.; 2Tm 4:5, nt.).

porteranno via Il verbo greco qui presente (àgo) è usato con valore giuridico con il significato di “arrestare”, “mettere in prigione”. Può denotare un’azione compiuta con l’uso della forza.

avrà perseverato Il verbo greco reso “perseverare” (hypomèno) significa letteralmente “rimanere (stare) sotto”. È usato spesso con il senso di “rimanere invece di fuggire”, “tener duro”, “rimanere saldo” (Mt 10:22; Ro 12:12; Eb 10:32; Gc 5:11). In questo contesto ha il senso di mantenere un comportamento cristiano nonostante l’opposizione e le prove (Mr 13:11-13).

fine O “fine totale”, “fine completa”. (Vedi approfondimento a Mr 13:7.)

fine O “fine totale”. Mentre in Mt 24:3 è presente il sostantivo greco syntèleia (“conclusione”) e in Mr 13:4 il verbo syntelèo (“giungere alla conclusione”), qui compare il sostantivo tèlos. (Vedi approfondimenti a Mt 24:3; Mr 13:4 e Glossario, “conclusione del sistema di cose”.)

Giudea In riferimento alla provincia romana della Giudea.

Giudea Vedi approfondimento a Mt 24:16.

verso i monti Vedi approfondimento a Mt 24:16.

verso i monti Secondo Eusebio, storico del IV secolo, i cristiani che vivevano nella Giudea e a Gerusalemme attraversarono il Giordano e fuggirono a Pella, città di una zona montuosa della Decapoli.

terrazza All’epoca le case avevano un tetto a terrazza; questo tipo di tetto era usato in molti modi, ad esempio come deposito (Gsè 2:6) o come luogo per rilassarsi (2Sa 11:2), dormire (1Sa 9:26) e celebrare feste religiose (Ne 8:16-18). Per questo doveva esserci un parapetto (De 22:8). Di solito esternamente c’era una scala in muratura o a pioli che permetteva di scendere dalla terrazza senza dover entrare in casa. Questo sottolinea il senso di urgenza con cui era necessario fuggire.

d’inverno Vedi approfondimento a Mt 24:20.

d’inverno Durante questa stagione forti piogge, inondazioni e freddo potevano rendere difficile viaggiare e trovare cibo o riparo (Esd 10:9, 13).

se Geova non abbreviasse i giorni Gesù stava spiegando ai discepoli quello che suo Padre avrebbe fatto durante la grande tribolazione. Questa profezia di Gesù ha delle somiglianze con alcune dichiarazioni profetiche che sono presenti nelle Scritture Ebraiche e che contengono il nome divino (Isa 1:9; 65:8; Ger 46:28 [26:28, LXX]; Am 9:8). Anche se qui la maggior parte dei manoscritti greci contiene la lezione “Signore” (Kỳrios), ci sono valide ragioni per ritenere che in origine in questo versetto ci fosse il nome divino e che solo in seguito sia stato sostituito dal titolo Signore. Per questo nel testo del versetto è stato usato il nome Geova. (Vedi App. C1 e C3 introduzione; Mr 13:20.)

il Cristo In greco ho Christòs. Questo titolo equivale a “il Messia” (dall’ebraico mashìach); entrambi i titoli significano “Unto”. Lo storico ebreo Giuseppe Flavio riferisce che nel I secolo alcuni si spacciavano per profeti o liberatori e promettevano la fine dell’oppressione romana. È possibile che per i loro sostenitori fossero dei messia politici.

Sono io Cioè il Cristo, o Messia. (Confronta il passo parallelo di Mt 24:5.)

falsi Cristi O “falsi Messia”. Il termine greco pseudòchristos compare solo qui e nel passo parallelo di Mt 24:24. Si riferisce a chi si arroga ingiustamente il ruolo di Cristo, o Messia (lett. “Unto”). (Vedi approfondimenti a Mt 24:5; Mr 13:6.)

vedranno Vedi approfondimento a Mt 24:30.

Figlio dell’uomo Vedi approfondimento a Mt 8:20.

nubi Spesso le nubi ostacolano la visibilità, e di certo non la facilitano. Chi osserva può comunque ‘vedere’, cioè capire il significato degli avvenimenti, con gli occhi della mente (At 1:9).

Figlio dell’uomo O “Figlio di un essere umano”. Questa espressione ricorre un’ottantina di volte nei Vangeli. Gesù la usò in riferimento a sé stesso. Evidentemente voleva sottolineare il fatto che era davvero un essere umano, nato da una donna, e che era il giusto equivalente di Adamo, nella condizione quindi di riscattare l’umanità dal peccato e dalla morte (Ro 5:12, 14, 15). L’espressione indicava inoltre che Gesù era il Messia, o il Cristo (Da 7:13, 14; vedi Glossario).

vedranno Il verbo greco qui reso “vedere” significa letteralmente “vedere con gli occhi (con il senso della vista)”, “osservare”. Quando è usato in senso metaforico, però, può significare “vedere con la mente”, “percepire”, “accorgersi” (Ef 1:18).

quattro venti Vedi approfondimento a Mt 24:31.

quattro venti Espressione idiomatica che si riferisce ai quattro punti cardinali (N, S, E, O) e che ha il senso di “tutte le direzioni”, “ogni luogo” (Ger 49:36; Ez 37:9; Da 8:8).

esempio Lett. “parabola”. (Vedi approfondimento a Mt 13:3.)

Il cielo e la terra passeranno Da altri passi biblici si comprende che il cielo e la terra rimarranno per sempre (Gen 9:16; Sl 104:5; Ec 1:4). Ciò che Gesù disse potrebbe essere quindi inteso come un’iperbole: se per assurdo il cielo e la terra smettessero di esistere, le parole di Gesù si adempirebbero comunque. (Confronta Mt 5:18.) In ogni caso, qui il cielo e la terra potrebbero essere quelli simbolici che in Ri 21:1 vengono chiamati “il vecchio cielo e la vecchia terra”.

le mie parole non passeranno affatto O “le mie parole di certo non passeranno”. L’uso della doppia negazione nel testo greco trasmette il netto rifiuto del concetto, sottolineando che le parole di Gesù non verranno mai meno. Alcuni manoscritti greci contengono solo una delle due negazioni, ma la resa più enfatica che è stata adottata nel testo è ben attestata nei manoscritti disponibili.

portinaio Nell’antichità i portinai, o guardiani delle porte, prestavano servizio agli ingressi di città, templi e a volte case private. Oltre ad assicurarsi che di notte le porte e i cancelli fossero chiusi, facevano anche le sentinelle (2Sa 18:24, 26; 2Re 7:10, 11; Est 2:21-23; 6:2; Gv 18:17). Paragonando il cristiano al portinaio di una casa, Gesù sottolinea che i cristiani devono stare all’erta e vigilare in attesa del momento in cui lui verrà per eseguire il giudizio (Mr 13:26).

un gallo cantò Tutti e quattro i Vangeli menzionano questo fatto, ma solo Marco aggiunge il dettaglio che il gallo cantò una seconda volta (Mt 26:34, 74, 75; Mr 14:30; Lu 22:34, 60, 61; Gv 13:38; 18:27). La Mishnàh indica che ai tempi di Gesù a Gerusalemme c’era chi allevava galli, il che avvalora la narrazione biblica. Probabilmente il gallo cantò prima dell’alba. (Vedi approfondimento a Mr 13:35.)

Vigilate Il termine greco qui usato ha il significato fondamentale di “essere svegli”, “non dormire”, ma in molti contesti significa “stare in guardia”, “vegliare”. Matteo usa questo termine anche in Mt 24:43; 25:13; 26:38, 40, 41. In Mt 24:44 questo concetto è associato alla necessità di tenersi “pronti”. (Vedi approfondimento a Mt 26:38.)

prima che il gallo canti Tutti e quattro i Vangeli menzionano questa affermazione, ma solo Marco aggiunge il dettaglio che il gallo avrebbe cantato due volte (Mt 26:34, 74, 75; Mr 14:72; Lu 22:34, 60, 61; Gv 13:38; 18:27). La Mishnàh indica che ai tempi di Gesù a Gerusalemme c’era chi allevava galli, il che avvalora la narrazione biblica. Probabilmente era molto presto quando la mattina si sentì il canto del gallo. (Vedi approfondimento a Mr 13:35.)

Vigilate Il termine greco qui usato ha il significato fondamentale di “essere svegli”, “non dormire”, ma in molti contesti significa “stare in guardia”, “vegliare”. Marco usa questo termine anche in Mr 13:34, 37; 14:34, 37, 38. (Vedi approfondimenti a Mt 24:42; 26:38; Mr 14:34.)

sul tardi In questo versetto si allude alle quattro vigilie in cui era suddivisa la notte in base al sistema greco-romano. Queste vigilie, ciascuna della durata di circa tre ore, coprivano il lasso di tempo tra le 6 del pomeriggio e le 6 del mattino. (Vedi anche i successivi approfondimenti in questo versetto.) Gli ebrei usavano suddividere la notte in tre vigilie di circa quattro ore ciascuna (Eso 14:24; Gdc 7:19), ma al tempo di Gesù avevano ormai adottato il sistema romano. L’espressione “sul tardi” in questo versetto si riferisce alla prima vigilia della notte che andava dal tramonto alle 9 di sera circa. (Vedi approfondimento a Mt 14:25.)

a mezzanotte L’espressione si riferisce alla seconda delle vigilie in cui era suddivisa la notte in base al sistema greco-romano. Questa vigilia andava da circa le 9 di sera a mezzanotte. (Vedi l’approfondimento sul tardi in questo versetto.)

al canto del gallo O “prima dell’alba”. “Canto del gallo” (o “gallicinio”) era il nome dato alla terza delle vigilie in cui era suddivisa la notte in base al sistema greco-romano. Questa vigilia andava da mezzanotte alle 3 del mattino circa. (Vedi gli approfondimenti precedenti in questo versetto.) Probabilmente proprio in questo arco di tempo “un gallo cantò” (Mr 14:72). È opinione generale che il canto del gallo sia stato a lungo e sia tuttora un indicatore del tempo nei paesi a E del Mediterraneo. (Vedi approfondimenti a Mt 26:34; Mr 14:30, 72.)

la mattina di buon’ora L’espressione si riferisce alla quarta delle vigilie in cui era suddivisa la notte in base al sistema greco-romano. Questa vigilia andava da circa le 3 del mattino all’alba. (Vedi gli approfondimenti precedenti in questo versetto.)

prima che il gallo canti Tutti e quattro i Vangeli menzionano questa affermazione, ma solo Marco aggiunge il dettaglio che il gallo avrebbe cantato due volte (Mt 26:74, 75; Mr 14:30, 72; Lu 22:34, 60, 61; Gv 13:38; 18:27). La Mishnàh indica che ai tempi di Gesù a Gerusalemme c’era chi allevava galli, il che avvalora la narrazione biblica. Probabilmente era molto presto quando la mattina si sentì il canto del gallo.

quarta vigilia Approssimativamente dalle 3 alle 6 del mattino, quando sorge il sole. Questo lasso di tempo è calcolato in base al sistema greco-romano di quattro vigilie notturne. Gli ebrei usavano suddividere la notte in tre vigilie di circa quattro ore ciascuna (Eso 14:24; Gdc 7:19), ma al tempo di Gesù avevano ormai adottato il sistema romano.

vigilate Lett. “siate svegli”. Gesù aveva sottolineato che i suoi discepoli dovevano rimanere spiritualmente svegli dato che non sapevano il giorno e l’ora della sua venuta. (Vedi approfondimenti a Mt 24:42; 25:13; Mr 13:35.) Ripete questa esortazione qui e in Mr 14:38, dove collega lo stare spiritualmente svegli all’essere costanti nella preghiera. Esortazioni simili si trovano in vari punti delle Scritture Greche Cristiane, il che dimostra che per i veri cristiani è fondamentale mantenersi svegli dal punto di vista spirituale (1Co 16:13; Col 4:2; 1Ts 5:6; 1Pt 5:8; Ri 16:15).

vigilate Lett. “siate svegli”. Gesù aveva sottolineato che i suoi discepoli dovevano rimanere spiritualmente svegli dato che non sapevano il giorno e l’ora della sua venuta. (Vedi approfondimenti a Mt 24:42; 25:13.) Ripete questa esortazione qui e in Mt 26:41, dove collega lo stare spiritualmente svegli all’essere costanti nella preghiera. Esortazioni simili si trovano in vari punti delle Scritture Greche Cristiane, il che dimostra che per i veri cristiani è fondamentale mantenersi svegli dal punto di vista spirituale (1Co 16:13; Col 4:2; 1Ts 5:6; 1Pt 5:8; Ri 16:15).

Galleria multimediale

Pietre dal Monte del Tempio
Pietre dal Monte del Tempio

Si ritiene che queste pietre, rinvenute nella parte meridionale del Muro Occidentale, fossero parte della struttura del tempio del I secolo. Sono state lasciate qui a memoria della distruzione di Gerusalemme e del tempio da parte dei romani.

Monte degli Ulivi
Monte degli Ulivi

Con Monte degli Ulivi (1) si intende un gruppo di colline calcaree tondeggianti situate sul lato orientale di Gerusalemme e separate dalla città dalla Valle del Chidron. Il rilievo centrale di fronte al Monte del Tempio (2) raggiunge un’altitudine massima di 812 m ed è questo che generalmente nella Bibbia viene chiamato Monte degli Ulivi. Fu da un punto sul Monte degli Ulivi che Gesù spiegò ai suoi discepoli quale sarebbe stato il segno della sua presenza.